App mediche e Privacy nel contesto normativo Europeo

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App mediche e Privacy: l’utilizzo di app relative ai temi della salute comporta molto spesso la necessità per il paziente di doversi registrare attraverso il web, fornendo i propri dati personali e, in molti casi, alcuni dati idonei a rivelare il proprio stato di salute, quindi dati sensibili.

“Le persone che nutrono scarsa fiducia nelle app mediche sono per lo più intimorite dalle implicazioni che l’uso della tecnologia può comportare in tema di privacy”. Dalla consultazione pubblica promossa nel 2014 dalla Commissione Europea, attraverso il Libro Verde sull’impiego della tecnologia mobile nel campo della salute,

Viene lamentata molto spesso l’assenza di informativa sulle modalità di trattamento dei dati e la mancanza di strumenti efficaci per la protezione dei dati stessi. Ciò ha destato preoccupazione non solo nei consumatori, ma anche nelle autorità nazionali deputate alla vigilanza sul rispetto della privacy, sempre attente e pronte ad intervenire sui temi della salute.

Nel 2014 il Garante Privacy italiano, sull’onda del Green Paper europeo, ha svolto un’indagine a campione sulle apps italiane e straniere più scaricate in campo medico, da cui è risultato che “su un totale di oltre 1200 applicazioni esaminate, appena il 15% risulta dotato di un’informativa privacy realmente chiara. Nel 59% dei casi è stato difficile per le Autorità di protezione dati reperire un’informativa privacy prima dell’installazione”. In molti casi l’informativa privacy non viene adattata alle ridotte dimensioni del monitor, risultando così poco leggibile, o viene collocata in sezioni riguardanti, ad esempio, le caratteristiche tecniche dello smartphone o del tablet. E’ stato inoltre verificato che in alcuni casi i dati richiesti sono eccessivi rispetto alle funzionalità offerte.

In questo contesto, la Commissione, riconoscendo evidentemente il valore dell’utilizzo della tecnologia digitale per scopi di salute, ha incoraggiato l’adozione di un Codice di Condotta rivolto agli sviluppatori di apps sanitarie, con l’intento di sensibilizzare gli sviluppatori sui temi della riservatezza dei dati personali sensibili e indurli ad adottare idonee misure di sicurezza e di ridare, in questo modo, fiducia al consumatore.

Il nuovo Regolamento Europeo in tema di privacy pubblicato lo scorso anno pone molta enfasi sul Codice di Condotta come strumento per evitare comportamenti distorti in determinati settori. Nonostante sia di applicazione volontaria, infatti, l’adesione al Codice costituisce per gli interessati, in questo caso gli sviluppatori delle apps, un mezzo per certificare il rispetto della normativa sulla privacy.

Il Codice di Condotta contiene una serie di linee guida che costituiscono applicazione pratica delle norme e dei principi vigenti in materia di privacy, applicate allo sviluppo, diffusione e commercializzazione di apps mediche. La versione finale del Codice nel giugno del 2016 è stata trasmessa per i commenti di propria competenza all’Article 29 Working Party, un organo indipendente di controllo in materia di privacy, istituto a livello europeo da rappresentati delle autorità garanti di tutti gli stati membri. L’opinione della Working Party sarà determinante per l’applicazione pratica del Codice.

Il tema è sicuramente ancora molto “caldo” e tutt’altro che definito, e merita senz’altro di essere monitorato, soprattutto dagli addetti ai lavori, considerato che alle violazioni in materia di protezione dei dati personali può conseguire in molti casi l’applicazione di sanzioni pesanti.

Per maggiori informazioni sul tema “App mediche e Privacy”  Francesca Ferrario linkedin per Media For Health

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